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| | Sun Microsystems ha annunciato i nuovi processori UltraSPARC T1 finora noti sotto il nome in codice di "Niagara", e destinati ad equipaggiare i server Sun Fire dotati del sistema operativo Sun Solaris, l'interpretazione Sun di Linux.
| Sun Solaris sarà open source | Gli elementi caratterizzanti di questo nuovo processore sono il parallelismo a livello di thread spinto davvero ai limiti, ed i consumi ridotti; non a caso la tecnologia distintiva viene chiamata CoolThreads.
Si tratta di processori multi-core (su ogni CPU sono integrati 4, 6 o 8 core), ciascuno dei quali capace di eseguire quattro thread in parallelo; giusto per fare un confronto, gli ultimi processori Intel Xeon sono dotati di soli due core, ciascuno capace di eseguire due thread in parallelo. Il processore Sun con 8 core è quindi capace di eseguire 32 thread in parallelo; qualche anno fa sarebbe stato necessario un intero rack di server per ottenere un tale parallelismo, oggi basta un pezzettino di silicio.
| Sun UltraSPARC T1: fino ad 8 core su un chip | Gli scenari che si aprono con un processore di questo tipo sono molteplici ed estremamente interessanti, infatti i bassi requisiti energetici (consumo medio di 72W, con picchi di 79W) consentono di realizzare soluzioni ad elevata densità, con un ottimo rapporto tra prestazioni e consumi (alcuni processori dual-core per desktop consumano quasi il doppio).
Per rendere più semplice la gestione di più thread e risolvere il problema dello stallo della pipeline senza "spendere" molto in termini di transistor aggiuntivi per la logica di branch prediction, la pipeline di ogni singolo core è molto corta come per ogni CPU RISC che si rispetti, costituita da soli 6 stadi, un numero irrisorio se confrontato con i 31 stadi dei moderni Pentium 4; una pipeline così corta ricorda più i primi Pentium del 1993 che i processori attuali.
| La storia del Pentium, dal primo all'ultimo | Dopo la rincorsa ai megahertz attraverso pipeline lunghissime (Pentium 4 docet) e processi produttivi sempre più fini, anche i big si sono "impantanati" intorno ai 3GHz tra consumi elevatissimi e limiti tecnologici; non a caso ora stanno mettendo a punto soluzioni (come appunto le CPU multi core) volte ad incrementare le prestazioni lasciando invariata la frequenza di funzionamento (o addirittura abbassandola).
Con i moderni processi produttivi vicini ai limiti fisici del silicio è infatti più facile integrare un gran numero di transistor su un pezzo di silicio piuttosto che cercare di far commutare tali transistor a frequenze sempre più elevate.
Una pipeline così corta non permette di raggiungere frequenze molto elevate, i nuovi T1 infatti funzionano ad 1 o 1,2GHz, e si tratta comunque di risultati eccellenti, che sono stati raggiunti in virtù della semplicità delle istruzioni di un processore RISC oltre che dell'ottimo processo produttivo a 90nm, ottenuto dalla convergenza di tutte le più moderne tecnologie.
| Un wafer di silicio con die di Itanium 2 | I singoli chip vengono infatti realizzati con un processo CMOS a 90nm, con 9 livelli di metallizzazione al rame.
Per ciò che riguarda cache e memoria, ogni core è dotato di una cache L1 da 16KB per le istruzioni ed 8KB per i dati, entrambe sono 4-way set associative, mentre la cache L2 da 3MB è di tipo 12-way set associative e condivisa tra tutti i core.
| Moduli DDR2 | Ogni CPU è inoltre dotata di un memory controller a quattro canali (ciascuno dei quali riesce a gestire fino a quattro DIMM) capace di supportare le memorie DDR2-533, per un'ampiezza di banda massima di ben 17GB/s.
L'indirizzamento fisico è a 40-bit (giusta via di mezzo tra 32 e 64-bit), ma può essere esteso fino a 48-bit tramite indirizzamento virtuale, mentre la dimensione delle pagine di memoria può essere variata tra 4K, 64K, 4M e 256M.
| Il logo Sun Microsystems | Si tratta quindi di un processore estremamente interessante per il mercato professionale, vedremo se sarà sufficiente a recuperare il terreno perso negli ultimi anni nei confronti di IBM, primo produttore al mondo di server.
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